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Test multigenici e tumore mammario

Il tumore al seno rappresenta un problema di salute pubblica.
Secondo l’ultimo aggiornamento (2019) del rapporto annuale “I numeri del cancro in Italia”, stilato da AIOM e AIRTUM, sono stimate circa 53mila nuove diagnosi di tumore del seno tra le donne e 500 nuovi casi tra gli uomini. Considerata l’intera popolazione, il tumore della mammella si conferma tra i cinque più frequenti, insieme a quello del colon-retto, del polmone, della prostata e della vescica.

Nella costruzione di una sorta di identikit del tumore vengono da anni utilizzati indicatori prognostici clinico-patologici che, in epoca recente, sono stati affiancati dai test multigenici (anche chiamati test genomici); questi ultimi analizzano l’espressione di un predeterminato gruppo di geni allo scopo di fornire un profilo genetico caratteristico di quel tumore in quel paziente, consentendo di determinare le probabilità di recidiva della malattia, quando in stadio iniziale, e quella di risposta alla chemioterapia.

Nel nostro Paese, tuttavia, sono ancora poco utilizzati rispetto al contesto europeo dal momento che non risultano inseriti nei LEA. Ad oggi l’unica regione che garantisce la rimborsabilità dei test è la Lombardia oltre alla Provincia Autonoma di Bolzano.

L’impegno di Fondazione Onda su questo fronte si rinnova con la presentazione, alla Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio sanitario nazionale, della richiesta di inclusione nei Livelli Essenziali di Assistenza dei test genomici per le pazienti con carcinoma invasivo della mammella ormonoresponsivo e con la realizzazione di un’attività di sensibilizzazione delle Istituzioni centrali e regionali attraverso il seguente documento.

Potete scaricare il documento completo in versione pdf.